Il libro “Eliezer Ben-Yehuda: The Father of Modern Hebrew” di Malka Drucker, tradotto in sardo

È uscito in sardo, con una traduzione di Diegu Corràine (Ed. Insula/Ischire) il libro “Eliezer Ben-Yehuda: The Father of Modern Hebrew” di Malka Drucker. Il libro, in sardo Eliezer Ben Yehuda, su Babbu de s’ebràicu modernu, è una guida preziosa per capire come può essere rivitalizzata una lingua data per scomparsa nell’uso corrente e come una persona, Eliezer Ben Yehuda, quasi da sola, ma portatrice di una visione lucida e coraggiosa, abbia portato questo processo ad affermarsi definitivamente.

Il libro è preceduto da una presentazione di D. Corràine, utile a capire la straordinaria importanza dell’opera di Ben Yehuda per la standardizzazione e modernizzazione dell’ebraico e la successiva ufficializzazione come lingua dello Stato di Israele. Eliezer Ben Yehuda, da fervente sionista, era animato quindi da una fede nazionalista che coglieva il legame stretto tra liberazione linguistica e liberazione nazionale, come quella di sardisti, catalanisti, corsisti, friulanisti, gaglieghisti, bretonisti, ecc.
Aveva unito, per il suo progetto di politica linguistica, le sue qualità di militante, linguista, scrittore, giornalista, insegnante, divulgatore, promotore, creando un legame inscindibile tra lingua, popolo, territorio, cultura, che costituiscono la nazione ebraica che riesce a farsi stato, Israele, diversamente da tante delle nostre nazioni che restano, ancora, “senza stato”. È la lingua, dunque, il motore della nazione, è “nella lingua” che siamo nazione!

Un  esempio positivo e vincente —quello di Eliezer Ben Yehuda— per tutti quelli che si battono e operano per la nornativizzazione e normalizzazione delle proprie lingue.

Nel libro si parla di come l’ebraico —un tempo la lingua di uso quotidiano del popolo ebraico—, durante un lungo arco di tempo di duemila anni, era divenuto soprattutto la lingua sacra delle preghiere e della Bibbia.
Gli ebrei parlavano molte lingue e non avevano una lingua unica che li unisse. Solo quando Eliezer Ben Yehuda, un giovane russo studente di medicina, aveva deciso di rivitalizzare la lingua antica del suo popolo, l’ebraico era divenuto di nuovo una lingua viva.

Come Ben Yehuda abbia attuato il suo fervente sogno è una storia straordinaria. Per riscoprire e parlare la lingua che amava tanta, si era stabilito in Palestina. Lì, aveva insistito che la sua famiglia parlasse solo in ebraico. Non gli importava che fossero derisi, osteggiati e banditi per avere utilizzato la lingua sacra. Non importava che Ben Yehuda soffrisse di tubercolosi e che fosse trattato come un pericoloso rivoluzionario, dagli oppositori formati sia degli ebrei tradizionali, che volevano che l’ebraico rimanesse solo una lingua per gli usi sacri, sia dagli studiosi, che erano dubbiosi sul fatto che una lingua antica potesse esprimere adeguatamente le nuove idee e le tecnologie moderne, perché lui aveva resistito con grande risolutezza e testardaggine. La sua opera maestra, il Dizionario ebraico, contiene più di 100.000 parole che oggi sono scritte e pronunciate dagli ebrei di tutto il mondo. Il nefesh, o spirito, di Ben Yehuda è ancora vivo nella realizzazione del suo sogno.


L’autrice del Libro, Malka Drucker (nata il 14 di marzo del 1945) è una rabbina e scrittrice americana che vive a Idyllwild, in California. Ordinata nel 1998 dall’Accademia per la Religione Ebraica, Drucker è stata la rabbina fondatrice d’HaMakom: Il luogo del giudaismo appassionato e progressista, a Santa Fe, per quindici anni. Ora è il capo spirituale del Temple Har Shalom a Idyllwild, California. Drucker ha scritto più di 20 libri per bambini e adulti. Questo libro su Eliezer Ben Yehuda, il Padre dell’Ebraico moderno, ha vinto l’ADL (Anti-Defamation League) Janusz Korczak Literary Competition.
Per le sue opere ha ottenuto altri premi.


100 pp. | formato 14,8 x 21 cm | 9.5
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